L’APSI è un’associazione nata nel 2019 e costituita da psicologi italiani che vivono e lavorano in Francia.

Il nostro intento è quello di creare una rete, non solo tra gli psicologi italiani che lavorano in Francia, ma anche con altri professionisti italiani della salute. L’obiettivo è di offrire ai nostri connazionali un punto di riferimento costituito da psicologi sperimentati, di costruire un confronto formativo tra le specifiche competenze di ogni aderente, e di organizzare insieme eventi culturali aperti al pubblico.

La nostra particolarità è quella di essere un’associazione eterogenea e composita, in cui psicologi italiani di diverso indirizzo si associano e si confrontano con l’obiettivo comune di sviluppare e approfondire la pratica clinica.

orientamento

Gli psicologi che operano all’interno dell’associazione seguono differenti tipi di approccio metodologico: 

Libro | "Le nostre perdute foreste"

L’APSI (Associazione Psicologi Italiani in Francia) è lieta di invitarvi alla presentazione del libro “Le nostre perdute foreste” di Chiara Mezzalama.

Una riflessione con l’autrice tra letteratura e psicanalisi sul tema della perdita e dell’amore, animata da Emanuela Surace, psicanalista.

Il libro racconta il viaggio inaudito e sconvolgente di una donna che ha perso l’amato poco dopo averlo incontrato.

La sua vicenda si intreccia all’esperienza altrettanto sconvolgente del confinamento, il lutto intimo, personale, diventa allora esperienza universale.

Attraverso un linguaggio sobrio e poetico, l’autrice cerca di ricucire lo strappo aggrappandosi alla bellezza delle piccole cose, scoprendo che la vita rinasce in luoghi e modi inaspettati, scopre che qualsiasi tragedia, se trova le parole per essere raccontata, può diventare un’opera, un oggetto vivo che si può condividere, rompendo la solitudine. 

Raccogliendo un bisogno dell’Istituto statale Leonardo Da Vinci di Parigi, il Comites di Parigi ha promosso un progetto insieme ad APSI di un ciclo di incontri a scopo preventivo, rivolti agli studenti delle classi della scuola media e del liceo, sui principali rischi di patologia e disagio all’adolescenza quali il fenomeno del bullismo e delle dipendenze anche in considerazione della rivoluzione digitale e dell’impatto di essa sulla società.

Grazie alle competenze di psicologi clinici di lingua italiana che lavorano stabilmente in istituzioni ospedaliere e para ospedaliere francesi, in collaborazione con APSI, sono stati realizzati su due anni accademici diversi incontri presso la scuola italiana di Parigi coinvolgendo le classi medie ed il liceo.

Quest’anno il primo incontro si è tenuto il 5 febbraio sul tema del rischio e degli effetti di dipendenza agli schermi per gli adolescenti all’epoca della rivoluzione digitale. All’incontro sono intervenute la Dott.ssa Emanuela Surace, psicologa, psicoanalista, specialista delle dipendenze (Hopital de Meaux, APSI) e la Dott.ssa Floriana Pacelli (psicologa, Hopital Necker Enfants Malades, APSI).

Il secondo incontro si è tenuto il 5 maggio sul tema del « Bullismo e Cyberbullismo, rischi ed affetti all’adolescenza », ed è stato animato dalla Dott.ssa Ombretta Graciotti, psicologa, psicoanalista, CMP Infanto Juvénile, Ospedale Barthelemy Durand, APSI e dalla Dott.ssa Floriana Pacelli.

articoli pubblicati

Interventi di prevenzione psicologica sui principali rischi di disagio e di patologia all’adolescenza

Incontri  di prevenzione psicologica sui principali rischi di disagio e di patologia all’adolescenza

di FLORIANA PACELLI

Raccogliendo un bisogno dell’Istituto statale Leonardo Da Vinci di Parigi, il Comites di Parigi ha promosso un progetto insieme ad APSI di un ciclo di incontri a scopo preventivo, rivolti agli studenti delle classi della scuola media e del liceo, sui principali rischi di patologia e disagio all’adolescenza quali il fenomeno del bullismo e delle dipendenze anche in considerazione della rivoluzione digitale e dell’impatto di essa sulla società.

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Ombretta Graciotti

Quando il bambino si confronta a più lingue

di OMBRETTA GRACIOTTI

Il bilinguismo è un tema di studio e di lavoro estremamente ricco e in continuo divenire, esso è fonte di approfondimento di discipline diverse, l’antropologia, la sociologia, le scienze del linguaggio, la psicologia e le neuroscienze più recentemente. In generale il bilinguismo è spesso associato all’acquisizione e allo sviluppo del linguaggio nel bambino e i ricercatori delle varie discipline tentano con differenti modelli teorici di comprenderne il meccanismo di acquisizione e di sviluppo. 

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Emanuela Surace

L’accento di Dalida o la traccia del paese perduto. 

di EMANUELA SURACE

Come raccontare Dalida ? Come definire l’idolo popolare, la diva mediterranea, la cantante Babel, l’icona bionda e melanconica, la tragedienne di mille canzoni d’amore ? Come interrogare la parabola di Yolanda Gigliotti – figlia di poveri emigrati calabresi in Egitto nata al Cairo – destinata a diventare la Callas della musica leggera, regina del varietà in cerca d’assoluto, star cosmopolita di strass e paillettes che canta passando da una lingua all’altra con una sola ed unica preghiera : morire sulla scena.

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Cinzia Crosali

In che lingua  sogni? 

di CINZIA CROSALI

Il tema del bilinguismo interessa da vicino gli psicologi, gli psicoterapeuti e gli psicoanalisti, poiché la parola e il linguaggio sono al centro della loro pratica clinica.  Gli psicoanalisti sanno che il soggetto è sempre bilingue perché anche quando parla una sola lingua, ha sempre a che fare con almeno due lingue: quella che normalmente parlata e quella dell’inconscio. 

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Il bilinguismo: riflessioni sulla clinica del soggetto bilingue

di MARCO ANDROSIGLIO

L’importanza del bilinguismo nel lavoro clinico risulta sostanziale per due motivi:

1/ é per mezzo della lingua che il paziente formula la propria domanda;

2/ per lo stesso mezzo il clinico procede nella cura.

Lacan lo enuncia chiaramente: “La psicoanalisi non ha che un medium: la parola del paziente” [1] e “l’analisi riesce a disfare con la parola ciò che è fatto di parola”.[2]

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Bilinguismo tra perdita, mancanza e oggetto “a”

di ELISABETTA MONINI

Di struttura il logos viene a pourfendre il soggetto. Uso “pourfendre” perché la sua traduzione letterale è “uccidere “, il che la dice lunga e ci mette subito al cuore del nostro proposito.

Da questa divisione lacerante sorge il necessario appello all’Altro. A partire da questo momento inaugurale, la parola sarà quel trait-d’union (anche qui non traduco ma conservo) quel entre-deux, quel ponte tra il soggetto e l’Altro . Lo statuto del nascente viene d’emblée mutato indelebilmente: non più mero essere senziente ma parlêtre, essere di parola, nel pieno della sua funzione principe : quella di appello all’Altro.

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J.H.Castelnau AUBADA (bilingue) - Seta 1886

L’analisi è bilingue

di MELISSA DI CARLO

Con bilinguismo si intende la capacità che ha un individuo di usare alternativamente e senza difficoltà due lingue o due varietà di una lingua (per esempio, la lingua letteraria e il dialetto). Se trasferiamo la definizione classica di bilinguismo a quello che accade durante una psicoterapia o una psicoanalisi, bisogna valutare questo termine sotto un altro punto di vista. 

Aldilà della possibilità di padroneggiare due lingue diverse, in analisi siamo portati a utilizzare la lingua sotto varie forme, ad adattarla e plasmarla in funzione del nostro vissuto. Questo finisce per renderci tutti un po’ bilingui.

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